Achille Bargossi viene generalmente definito il primo podista professionista italiano, anche se per sua stessa ammissione si definiva artista, circense. Nel 1873 l'atletica per come l'intendiamo ora non era ancora nata, e lui era un consapevole ed acuto impresario di sé stesso portando in giro per il mondo questa sua arte. Monetizzandola beninteso, ma tuttavia anche con lo scopo ed il merito di diffonderla. La sua storia è stata raccontata in un libro in uscita entro giugno, che racconta l'epopea di Achille Bargossi, che dopo una scommessa nel 1873 capisce che questa sua predisposizione alla corsa può diventare un lavoro. Erano anni in cui l'atletica non esisteva, o per lo meno era scarsamente regolamentata, e allora lui girava l'Europa (con sconfinamenti nell'allora impero ottomano fino ad arrivare in tournée in Sudamerica) con questa sua forma di intrattenimento. O correva distanze in tempi allora impensabili, distanze dai 20 a oltre 100 km, o accettava sfide da uomini, cavalli, dromedari ecc. Si costruì un'arena propria come un vero circense, la spediva per treno nella località dove aveva intenzione di esibirsi e la raggiungeva a piedi. Sfidò e superò quasi sempre tutti i suoi avversari del tempo, costruendosi una fama in modo che verrà citato anche molti anni dopo la morte come simbolo di velocità e resistenza. Ho fatto un lavoro di ricerca e traduzioni molto impegnativo, soprattutto grazie alle emeroteche online, traducendo articoli dell'epoca scritti in lingua inglese, portoghese, spagnolo e francese, dal momento che la sua fama aveva travalicato i confini nazionali e in quei 13 anni di attività ne parlavano tutti. L'editore è Edizioni Nuova Phromos (lo stesso del primo libro di Roberto Leonardi, "Fuggire sì ma dove"), mentre la cover è dell'artista Franco Cis e la rielaborazione grafica è di Giulia Mariacci.

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 13 novembre 2021 alle 01:20 / Fonte: Antonello Menconi
Autore: Redazione Tuttorunning
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