Una squalifica per doping davvero esemplare: 36 anni! Il podista fermato potrà tornare a gareggiare solo alla fine del 2058. La sanzione è stata inflitta ad Alessandro Braconi (il cui nome appare anche in diverse testate giornalistiche), beccato due volte in gara nonostante due lunghissime squalifiche già in atto. Ha ricevuto un totale di squalifica pari alla sua attuale età e potrà tornare così a correre solo a 72 anni. Non ha avuto una squalifica a vita perché punito per fattispecie di reato diverse. Il podista di Intra (Verbano-Cusio-Ossola), di professione massaggiatore, aveva scelto un patteggiamento nel 2020 per traffico di ormoni e steroidi quando era ancora tesserato per l'Avis Marathon Verbania. Aveva quindi ricevuto una squalifica di complessivi 24 anni. A marzo scorso lo stesso atleta era stato sospeso per gli articoli 2.2, 2.6 e 2.7 del Codice Wada, ovvero per “uso o tentato uso di una sostanza o di un metodo proibiti”, “possesso di una sostanza o di un metodo proibiti da parte di un atleta o di persona di supporto dell’atleta” e “per traffico illegale o tentato traffico illegale, da parte di un atleta o altra persona di sostanze o metodi proibiti”. Braconi ha continuato a gareggiare durante la squalifica e questo ha portato al raddoppio automatico della sospensione, da dodici a ventiquattro anni. Questo il dispositivo della prima sentenza: “La Procura Nazionale Antidoping comunica che al sig. Alessandro Braconi (tesserato FIDAL) sono stati applicati 12 anni di squalifica (con decorrenza dalla cessazione della squalifica in atto) per la violazione dell’art. 11.14 del CSA, con decorrenza della sanzione dal 24/03/2034 e scadenza al 23/03/2046”. Ai due volte 12 anni si aggiungono ora ulteriori 12 anni di squalifica. Braconi ha gareggiato durante l’ultimo periodo di squalifica alla Lago Maggiore Half Marathon di Stresa, lo scorso maggio. A spiegare i fatti è stata anche l'Avis Marathon Verbania, sottolineando che "i fatti risalgono al 2016 e noi nel 2017 abbiamo tesserato il soggetto in causa e poi nella primavera del 2020 veniamo a sapere da testate giornalistiche che lo stesso ha patteggiato una condanna per detenzione e spaccio di sostanze proibite. Per tutelarci inviamo lettere agli enti competenti sia Nazionali che regionali per avere lumi su come comportarci come società nei riguardi del tesserato, dopo diversi mesi ci risponde la FIDAL Piemonte assicurandoci che abbiamo agito correttamente ma è opportuno aspettare i tempi della giustizia sportiva. Noi come società decidiamo di radiare l'atleta e non permettergli il rinnovo del tesseramento perché il suo agire è in contrasto con l'etica del nostro statuto. L'atleta per l'anno 2021 e 2022 si tessera direttamente con la RUNCARD Fidal, cosa che gli permette di partecipare ad alcune competizioni. Noi come società protestiamo in FIDAL per un modus di agire della federazione per noi errato (una società privata lo radia e loro lo tesserano.....) ma non abbiamo riscontri. Le nostre e altre lamentele finalmente hanno sortita quando nella primavera del 2022 arriva la squalifica ufficiale. L'atleta prende comunque parte ad altre competizioni sempre come RUNCARD FIDAL e dopo ulteriori segnalazioni la pena viene accentuata fino alla condanna finale. Questo per ribadire come Avis Marathon Verbania è completamente estranea ai fatti e si è comportata correttamente e diligentemente in quanto il doping è materia che ha sempre combattuto in prima fila. Allo stesso modo si è comportata FIDAL permettendo ad un atleta condannato di tesserarsi e partecipare a competizioni".

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 11 gennaio 2023 alle 10:27
Autore: Redazione Tuttorunning
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