Sono un’insegnate di yoga ma allo stesso tempo amo la corsa. Le sensazioni che provo nel correre mi spingono a mantenere costante il mio allenamento per quanto mi è possibile tra impegni di lavoro e altre passioni, ma una cosa è certa: se non fosse per lo yoga non sarei mai arrivata a determinati risultati. Cosa intendo per risultati?! La pratica mi permette di mantenere forte e allo stesso tempo elastico il mio corpo.

Nelle asana in piedi posso sollecitare la muscolatura delle gambe, aumentandone la forza e la resistenza, il “core” lavora per stabilizzare le posizioni e mi permette di sentire maggiormente il controllo del corpo. Quando lavoro a terra aumenta la percezione la distensione della colonna e ancora una volta il “core” mi aiuta nel mantenimento della postura e si attiva per “governare l’asana”. 

La muscolatura che si viene a creare con questo tipo esercizio (anche se parliamo di molto di più di movimento; lo yoga è una vera e propria filosofia) è un a muscolatura di tipo allungato, dove il muscolo ben ossigenato, è forte ma non aumenta il suo volume, parliamo quindi di una muscolatura che rispecchia molto la fisionomia del runner, non solo, il centro del corpo, fulcro anche nella corsa è reso più stabile e rende migliore la nostra postura nella vita quotidiana, così come nel running. Molto interessante poi come il corpo lavora in fluidità nelle transizioni da una posizione all’altra, dove la concentrazione è massima sulla precisione del movimento e sul ritmo del respiro. Il respiro che viene definito “ponte” tra il corpo e la mente, guida e rende migliore movimento stesso, rispecchia esattamente il nostro essere, noi siamo il nostro ritmo: impariamo dall’osservazione del nostro respiro e su questo dedicherò alcuni altri articoli. 

Ma l’aspetto che mi ha incuriosito di più e che ho finemente percepito nel tempo tra il connubio corsa – yoga, è la forza mentale che si viene a creare sul tappetino, la concentrazione e la fermezza di idee e pensieri che posso cogliere nel stare anche per più minuti nella stessa asana avendo il controllo perfetto del corpo. Come se mi isolassi in quel momento non esiste altro che il mio corpo e la superficie su cui appoggia, così come nella corsa non esiste altro che il mio corpo e il terreno sotto i miei piedi.

Le sensazioni sono quelle di padroneggiare così bene il corpo fisico nella sua staticità così come nel movimento per poter incanalare l’attenzione sul terreno sottostante attraverso la percezione del piede degli appoggi; che sia roccia, sassi e pietre, asfalto o erba morbida, ne distinguo la superficie e la conformazione, reattività e controllo vengono così da se. La stessa cosa accade sul tappetino, dove la pressione di mani e piedi a terra “esaltano” la stabilità dell’asana e la rendono precisa e perfetta agli occhi esterni, ma vi assicuro che anche le sensazioni interne sono le medesime.

Cogliere questi aspetti sottili non è da tutti, ma con il tempo e la pratica costante dedicandovi a queste due discipline simultaneamente, noterete la diversità di approccio mentale alla corsa e avrete più desiderio di passare poi tempo sul tappetino proprio per mantenere questa sinergia. 

Provare per credere, costanza e dedizione sono il mio motto!

Sezione: Editoriale / Data: Sab 16 luglio 2022 alle 08:00 / Fonte: Mikol Garulli - Endu Channel
Autore: Redazione Tuttorunning
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