Quarant’anni fa nasceva il Trofeo Amici Madonna della Neve Lagùnc, la corsa in salita senza l’ausilio di bastoncini che da allora ha scritto la storia del vertical running in Italia e nel mondo. Era il 1986 quando, lungo la mulattiera che da Pianazzola conduce al borgo di Lagùnc, si disputò la prima edizione e da quel momento è germogliato il mito che oggi conosciamo come Kilometro Verticale Chiavenna–Lagùnc, giunto alla sua 26ª edizione certificata, il primo al mondo a ricevere un’omologazione ufficiale. Da quel momento Chiavenna è conosciuta nel mondo e riconosciuta nel mountain running per il suo “Kilometro Verticale dei Record”, richiamando ogni anno i migliori specialisti, ospitando record leggendari imbattuti e regalando al territorio una vetrina di sport, natura e cultura. Quest’anno l’appuntamento è per sabato 11 ottobre con il Kilometro Verticale Chiavenna–Lagùnc e per domenica 12 ottobre con il Val Bregaglia Trail, giunto alla sua 9ª edizione, per completare l’esperienza dell’emozione della più autentica corsa in montagna.
Dalla Pianazzola–Lagùnc al primo Vertical d’Italia
Tutto ebbe inizio nel 1986 con la Pianazzola–Lagùnc, una corsa in salita che percorreva l’antica mulattiera “stràda dei mòort” fino al piccolo borgo di Lagùnc e che già allora affascinava atleti e spettatori. Il percorso, interamente naturale e senza adattamenti, si è rivelato perfetto per incarnare un’idea nuova di competizione: quella del Kilometro Verticale, che misura esattamente 1000 metri di dislivello positivo, qui raggiunti in appena 3.298 metri. Fu l’intuizione di Nicola Del Curto, nel 2000, a trasformare la gara in un tracciato certificato, il primo in Italia, studiato con criteri ingegneristici ad opera dello Studio Tecnico Maraffio di Chiavenna. Omologato Fidal fin da subito e World Athletics, viene inserito nei circuiti internazionali più importanti, primo fra tutti la World Mountain Running Association. Da quel momento il Kilometro Verticale di Chiavenna entrò in una nuova dimensione, destinata a scrivere pagine di storia sportiva.
Le prime svolte: De Gasperi e Roberti
Il 2008 segna un cambio di epoca. Marco De Gasperi, leggenda del Gruppo Sportivo Forestale e della corsa in montagna, infrange il muro dei 32 minuti con un tempo di 31’42”, un abisso rispetto ai tempi precedenti, che si aggiravano ben oltre i 35 minuti. L’anno successivo è la volta di Maria Grazia Roberti, anch’essa forestale, che porta il femminile a un nuovo livello con un crono di 40’34” contro gli oltre 43 minuti delle precedenti atlete. Inizia così la fase moderna del Kilometro Verticale Chiavenna-Lagùnc, che diventa terreno di confronto per i migliori specialisti del mondo.
La leggenda dei De Matteis e i record
A scrivere la pagina più memorabile è Bernard De Matteis, che nel 2013 ferma il cronometro a 30’27”, un record mondiale che resiste ancora oggi, dopo già essere sceso a 30’55” nel 2012. Suo fratello Martin, nel 2010, aveva inaugurato l’escalation familiare con un eccellente 31’01”, ma ad oggi nessun altro atleta è riuscito a scendere sotto i 31 minuti, rendendo quei tempi dei veri capisaldi nella storia della specialità. In quegli anni si affermano anche altri protagonisti come Nicola Golinelli, grande skyrunner capace di vincere nel 2014, e gli specialisti dello scialpinismo, tra cui Davide Magnini e soprattutto Michele Boscacci, vincitore nel 2017.
Il regno di Andrea Mayr
Se al maschile il nome di De Matteis è sinonimo di leggenda, al femminile domina la campionessa austriaca Andrea Mayr. Dal 2017 in poi ha riscritto più volte i primati della gara, fino al record mondiale di 35’40” nel 2018, una prestazione che ha fissato un limite quasi inarrivabile. A oggi nessuna atleta, salvo poche eccezioni, è riuscita a scendere sotto i 38 minuti oltre a lei. Tra queste spicca l’italiana Valentina Belotti, capace nel 2013 di un raro 37’43”, e la scozzese Scout Adkin con un 37’57” nell’ultima edizione. Ma la superiorità di Mayr resta assoluta: Chiavenna è diventata il suo palcoscenico preferito, dove ha saputo unire la sua forza atletica al fascino del percorso.
Le sfide degli ultimi anni
Negli ultimi dieci anni il KV si è affermato come crocevia internazionale, attirando verticalisti, trail runner, skyrunner e scialpinisti da tutta Europa e oltre. È il periodo di Henry Aymonod, capace di riportare il cronometro sotto i 32 minuti in due occasioni (2021 e 2023), rilanciando il livello agonistico della gara. A contendergli il primato, tra gli italiani, ci sono stati atleti come Andrea Elia, che nel 2024 ha sfiorato il sogno fermandosi a 31’08”, ma anche Andrea Rostan e Tiziano Moia, sempre tra i protagonisti delle ultime edizioni. Atleti questi che negli ultimi anni hanno regalato momenti di spettacolo sportivo puro e continueranno battendosi fino all’ultimo anche quest’anno.
Ma Chiavenna non è solo terreno di sfide italiane: qui hanno brillato anche il norvegese Johan Bugge (32’13” nel 2018), il britannico Jacob Adkin (32’11” nel 2022), l’eritreo Petro Mamu (31’42” nel 2016) e gli atleti della Run2gether, tra i dominatori della scena mondiale degli ultimi anni. Sfide che ogni anno trasformano il borgo di Lagùnc in un’arena a cielo aperto, dove si confrontano i migliori specialisti internazionali e che potrebbero stupire anche in questa storica edizione dei quarant’anni abbassando le lancette del crono ancora una volta.
Dall’estate all’autunno: il fattore calendario
Un altro passaggio cruciale nella storia del KV è stato lo spostamento della gara dall’estate all’autunno. Fino al 2013 si correva a luglio, come avvenne nell’anno del record di Bernard De Matteis. Dal 2014, per esigenze di calendario, la competizione si disputa invece tra ottobre e novembre. Un cambiamento che secondo molti tecnici ha influito sulle prestazioni: preparare un picco di forma a stagione inoltrata è più complesso, e forse anche per questo non si sono più registrati tempi vicini a quello leggendario di 30’27”. Eppure, nonostante il cambio di scenario, il fascino della corsa resta intatto e alcune imprese – come quelle di Mayr o Aymonod – hanno dimostrato che la magia del percorso continua a esaltare i più grandi.
Quarant’anni di emozioni verticali
Il quarantesimo anniversario del Kilometro Verticale Chiavenna–Lagùnc non è solo un numero, ma il simbolo di un patrimonio sportivo e culturale. In questi decenni, la mulattiera che sale da Pianazzola a Lagùnc ha visto passare campioni, record e generazioni di appassionati, trasformandosi in un rito collettivo che appartiene a tutta la valle e agli appassionati della disciplina. Oggi, come allora, quel tracciato naturale resta una “linea verticale” unica al mondo: un ponte tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione, che continua a emozionare chiunque lo percorra.
E per vivere appieno l’esperienza dal punto di vista atletico, tanto nella verticalità che nella scoperta di un trail di confine con il Val Bregaglia Trail, sarà possibile gareggiare anche in una versione combinata, che sommerà i tempi delle due gare regalando una ulteriore terza possibilità di salire sul podio.
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